Post scriptum
Perché un mese di buco delle pubblicazioni? Semplice anarchia, mista a poco tempo per leggere e – di conseguenza – verificare se ho qualcosa di vagamente sensato da dire, più cinque (follia! BEN cinque) giorni qui.
Ora basta, anarchia!
Perché un mese di buco delle pubblicazioni? Semplice anarchia, mista a poco tempo per leggere e – di conseguenza – verificare se ho qualcosa di vagamente sensato da dire, più cinque (follia! BEN cinque) giorni qui.
David Smith comincia a giocherellare con VisionOS e – fortunelli noi – ci mette a parte di ogni decisione di design che occorre prendere per creare qualcosa che abbia davvero senso in un’interfaccia utente come mai ne sono esistite prima.
Il che mi fa venire ancor più voglia di mettere le zampe su un Vision Pro.
Mi pare interessante notare come ci si stia spostando sempre più velocemente e convintamente dalla realtà virtuale alla realtà aumentata.
Non credo sia per motivi puramente tecnici: abbiamo capacità di calcolo enormi in apparecchi piccolissimi, se davvero fossimo interessati sarebbe totalmente plausibile decidere una “soglia di compromesso accettabile” tra potenza bruta e “agilità fisica” (concetto un po’ più ampio della semplice portabilità, ma i cui contorni precisi al momento mi sfuggono abbastanza da non consentirmi una terminologia migliore).
Sospetto che abbiamo – tanto collettivamente quanto inconsciamente- che questa realtà ci piace troppo per obliterarla completamente, ma rimaniamo ancora abbastanza arroganti da essere sicuri di sapere come migliorarla.
“Allora tutti questi miliardi di investimento sul Metaverse serviranno a portare dentro principalmente boomer che però sono quelli più vicini alla morte fisica per cui il Metaverse diventerà la terra degli avatar zombi. Pupazzetti, avatar magari anche carini, fermi nelle piazze, sulle strade, nelle case, con lo sguardo perso nel vuoto, il Metaverse sarà la terra degli Zombi.”
...ma sensato.
Niente velleità di “decrescita felice”, niente “aureo isolamento” o simili.
Semplicemente, la considerazione che – soprattutto su Internet, dove i numeri enormi sono non solo inevitabili ma addirittura spasmodicamente ricercati – la nostra capacità di gestire davvero dei rapporti interpersonali, almeno ad un livello soddisfacente per le parti, si attesta su soglie notevolmente inferiori al potenziale.
Fioccano, com’era ovvio, le prime impressioni sull’Apple Vision Pro dai fortunati che hanno avuto modo di provarlo (per qualche decina di minuti e in una demo ovviamente molto controllata e guidata) subito dopo la presentazione.
Tutte riflessioni degne di nota da parte dei soliti, di cui nemmeno vale la pena postare link: Daring Fireball, M.G. Siegler, Om Malik, Jason Snell e soci.
Tra dubbi (legittimi, quasi tutti), cautele (li capisco, al momento è una tech demo e quasi null’altro, e il salto è troppo grande per lanciarsi in ipotesi follemente dettagliate) e paragoni (ovvi, li abbiamo fatti tutti più o meno coscientemente) con iPhone, mi resta in sottofondo una sensazione ben precisa.
Quella che nessuno – forse nemmeno Apple – abbia presente la reale portata del cambiamento che questo hardware porterà (potrebbe portare? Di nuovo la comprensibile, giustificata eppur stucchevole cautela; perché non ci si può più abbandonare all’entusiasmo puro e semplice?).
Nonostante nella presentazione i toni siano quelli – tra l’orgoglioso e il messianico – che ci aspetta da Apple e per il lancio di qualcosa che è già stato definito (e su questo concordo) come un potenziale killer di ogni altro hardware (a mio avviso lo smartphone è e sarà il bacarozzo tecnologico che sopravvive a qualsiasi apocalisse), resta il dubbio che sia al 50% almeno marketing.
Convinto, fondato, ma marketing.
Nemmeno iPhone aveva – con il senno di poi – minimamente trasmesso la portata del cambiamento che avrebbe causato.
Per queste cose ci vuole uno sguardo – una Visione, mi si passi la boutade – con una prospettiva lunghissima, tale che forse, per noi mortali, è possibile solo retrospettivamente.
Era difficile fare peggio di Musk con Twitter, ma si sono impegnati. Parecchio.
Reddit si avvia ad essere una landa desolata, con subreddit chiusi o resi privati per protesta contro gli assurdi aumenti di prezzo per l’accesso alle API di terze parti.
Tanto per intenderci, non è che le app terze siano meglio dell’ufficiale.
Sono l’unico modo per usare Reddit: app ufficiale e versione web sono pura immondizia.
Spam, bot hard, feature accessibilità ridicole fin quasi all’inesistenza.
Avrebbero potuto scegliere un modo meno clamoroso di dirci che volevano sparire.
Fuck you, Reddit.
Loox inserisce, tra le sue richieste per la WWDC, Siri offline sul dispositivo.
Consideratemi dei vostri prima di subito.
Oserei aggiungere un’altra richiesta: fatemi decidere cosa dare in pasto a Siri, da zero a tutto.
Non voglio più una lista di “Siri può...”, voglio un enorme pannello di controllo che sia costituito da un elenco sterminato (e da un eccellente motore di ricerca interno, stile Comandi Rapidi) di “cose che Siri è autorizzata a conoscere e usare”.
Dopodiché, (ri)elaborazione sfrenata (e locale), accesso ad ognuno di questi dati in ogni momento e sotto ogni punto di vista, e ci sarà da divertirsi.
Non credo basterebbe a convincermi a prendere un iPhone modello Padella Max, ma questo è un concept estremamente affascinante.
Una volta di più, Loox ci ricorda uno dei concetti più importanti dell’informatica: il computer lavora per te, non tu per lui.
Mai abbastanza chiaro, mai abbastanza applicato.
Grazie.