La rivalutazione del reale
Mi pare interessante notare come ci si stia spostando sempre più velocemente e convintamente dalla realtà virtuale alla realtà aumentata.
Non credo sia per motivi puramente tecnici: abbiamo capacità di calcolo enormi in apparecchi piccolissimi, se davvero fossimo interessati sarebbe totalmente plausibile decidere una “soglia di compromesso accettabile” tra potenza bruta e “agilità fisica” (concetto un po’ più ampio della semplice portabilità, ma i cui contorni precisi al momento mi sfuggono abbastanza da non consentirmi una terminologia migliore).
Sospetto che abbiamo – tanto collettivamente quanto inconsciamente- che questa realtà ci piace troppo per obliterarla completamente, ma rimaniamo ancora abbastanza arroganti da essere sicuri di sapere come migliorarla.