Twitter molto bene, Twitter molto male.

La settimana scorsa, Garbage Day proponeva un’interessante analisi “passo per passo” dei casini di Twitter. O meglio, vista la frequenza con cui avvengono, dei casini degli ultimi dieci minuti in Twitter.

In ordine sparso.

In seguito alla pubblicazione del proprio algoritmo, siamo venuti a conoscenza del fatto che le categorie di utenti sono quattro. Non è meraviglioso? Quattro. Tutte le discussioni sulla tribalizzazione online, sulla complessità del mondo rispecchiata nei social media, sul non farsi incasellare...quattro.

Saranno almeno quattro categorie astratte, onnicomprensive per quanto possbile, in grado di riflettere i molteplici punti di vista che...manco per niente.

Quattro. Repubblicani, Democratici, Power user e Elon Musk.

Se non facesse già abbastanza ridere così, pensate che – nella sciagurata parodia di un AMA che Muschio ha messo su (su twitter Spader, ça va sans dire) – alla domanda perchè facesse categoria a sé come i super cattivi di serie B, si è prodotto in un classicissimo “no Maria, io esco”.

Passando a cose più sostanziose, una serie di teorie sul funzionamento dell’ algoritmo di Twitter si son rivelate vere. Hurrà, giusto? Non proprio.

Gli utenti sono organizzati in gruppi e sottogruppi: se si esce dal proprio “recinto ideologico assegnato”, si viene penalizzzati. Twitter molto male.

Il rapporto tra account seguiti e che ci seguono è molto importante. Logico, se ci si pensa, ma deleterio in quanto premia gli spammer, anche perché Twitter Blue (ammesso che alcuno davvero lo usi) aiuta ad essere più visibili, ma mai quanto pubblicare foto e video. Indinniati reloaded. Twitter molto male.

Pubblicare invece link a siti esterni, pur somigliando – apparentemente – ai contenuti multimediali di cui sopra, porta al risultato opposto, ovvero una diminuzione della “promozione”. Perché da qui non si esce. Twitter molto male.

I tweet sull’Ucraina sono classificati come disinformazione. Bene, così fermeremo la propaganda che inquina la discussione pubblica e...no. Tutti sono classificati come disinformazione. Qualsiasi cosa dicano, per il solo fatto di parlarne. Twitter molto male.

Veniamo quindi alla faccenda degli account verificati. Oltre ad essergli costati una serie di sfottò apparentemente infinita, i “blue check” stanno rivelandosi il peggior esempio del “cambio di gestione” della piattaforma. Twitter ora può sospendere temporaneamente l’attribuzione della spunta blu in caso di cambio della foto profilo, dell’immagine associata all’account, o del nome visualizzato. Inutile dire come questo possa rivelarsi un manganello decisamente efficiente contro account “sgraditi”. Un esempio l’abbiamo già avuto: il New York Times, dopo aver pubblicamente dichiarato che non pagherà per la verifica, ha perso la spunta blu. Musk stesso aveva scritto (e ha poi cancellato perché è un essere profondamente razionale, con atteggiamenti per nulla isterici e totalmente equilibrato) che se schifi pubblicamente l’idea di pagare per il blue check, questo ti verrà tolto (anche se rientri in una delle categoria che ne avrebbero “diritto” semiautomaticamente, ovvero “rilevante in attività di governo, informazione, intrattenimento o altra categoria designata”).

Come se ciò non bastasse a definire l’ennesimo caso di gne-gne da parte del nuovo padrone del vapore, un altro tweet successivo all’interno della medesima querelle con il NYT ha classificato i contenuti della testata su Twitter come “l’equivalente della diarrea. Illeggibili”. Twitter molto male.

Cosa rimane, dunque, di non troppo osceno? Sarò ottimista, ma mi pare che l’avere avuto conferma di quelle che potevano essere bollate come semplici supposizioni sia comunque un passo avanti. Sapere come funziona – per ora, poichè l’imponderabilità pare essere più che mai dominante in casa Twitter – una delle piattaforme che, anche in questa condizione di sbando e rapidissima perdita d’importanza, influenza il discorso pubblico in maniera evidentissima, mi pare un’ottima arma difensiva. Un algoritmo noto si può manipolare, si può “rompere”, ma ci permette anche di riconoscere facilmente quando i guastatori e i professionisti della manipolazione entrano in azione. Twitter (suo malgrado) molto bene.