Di giornali, pulp e Cuore

“Per tirare le somme: se mi sono abbonato al Post, e ora ci scrivo pure, è perché quando leggo un giornale preferisco che sia scritto pensando a che cosa si scrive, e a come lo si vuole scrivere. Non c’è proprio nulla di “spontaneo”, nella scrittura. È un lavoro che richiede dubbi, esitazione, pensiero, rispetto dell’intelligenza dei lettori e anche della propria, facilmente latitante quando si scrive “in automatico”. Non voglio che un giornale di informazione sia “divertente” – se voglio ridere, mi rivolgo a qualche buon sito di satira, o guardo le locandine del Vernacoliere. Credo che le parole siano davvero importanti, e valga la pena usarle avendo ben chiari gli ambiti, i generi, il contesto. Come se si sapesse sempre quello che si sta facendo.”

Michele Serra