Avventure testuali +

Questo post di Lucio Bragagnolo mi ha fatto venire in mente la prima volta che ho letto Arancia Meccanica.

Il primo dei libri che ricordi ad aver richiesto di immergersi – in maniera quasi fideistica – non solo nella storia e nel mondo creato, fornendo zero spiegazioni e chiedendoti semplicemente di “andare avanti finché non ci capirai qualcosa” (l’ultimo esempio, clamoroso per brutalità nei confronti del lettore e parallela, equivalente spettacolarità del momento in cui tutto diventa chiaro, è “Inverso” di William Gibson), ma anche nel linguaggio usato.

E se si sopravvivere all’impatto, poche cose immergono in una storia come una “lingua segreta”.